Il formaggio è ormai un fenomeno globale.
I prodotti caseari, soprattutto quelli italiani, giungono in ogni angolo del pianeta, conquistando fasce di consumatori sempre più ampie e diversificate, a dimostrazione della loro inconfondibile qualità.
Ma cosa bisogna aspettarsi dal futuro? Come andrà il mercato del dairy nel 2024? Quali sono le tendenze future di export e di consumo? A queste domande hanno cercato di rispondere le istituzioni italiane ed europee, le associazioni di categoria e gli esperti di settore.
Dall’ultima riunione di Assocaseari, per esempio, è emerso come il comparto nazionale e internazionale stia andando incontro a una carenza progressiva di materia prima, a fronte di un aumento dei consumi. A trainare maggiormente la richiesta non saranno più gli USA e la Cina, che sta perdendo il ruolo di driver del settore. La nuova area su cui puntare sarà il Sud Est Asiatico, dove la popolazione particolarmente giovane, alla ricerca di qualità, e il Pil in crescita contribuiranno a un’elevata domanda di prodotti lattiero-caseari.
Anche la Commissione Europea ha recentemente diffuso le proiezioni UE agricole di medio termine (2023-2025). Da questi dati emerge che la produttività del comparto lattiero-caseario europeo dovrebbe continuare a crescere nel prossimo futuro, anche se a un ritmo più lento, elevando il proprio valore grazie agli eccellenti e ineguagliabili standard qualitativi di alcune produzioni nazionali, come quella italiana.
Il mercato interno rimarrà lo sbocco più importante, con un consumo pro capite europeo stabile. Ciononostante, le politiche ambientali in atto porteranno a un ridimensionamento delle mandrie da latte, determinando un inevitabile calo produttivo della materia prima.
COSA CERCANO I CONSUMATORI NEL 2024?
La domanda globale sarà guidata da nuove tendenze demografiche, dai cambiamenti negli stili di vita e dalla crescita del reddito. Le nuove preferenze dei consumatori sono quelle che influenzeranno maggiormente il consumo dei derivati, modificando il portafoglio di prodotti caseari esportato dall’Unione Europea.
Il 2024 si preannuncia quindi come un anno all’insegna di nuovi stimoli. Secondo quanto indagato dalla Commissione Europea e da Nomisma, a contare saranno sempre più:
- il valore aggiunto;
- la versatilità;
- l’aspetto salutistico;
- la tradizione.
Che si tratti di sapori alternativi, di categorie gourmet in crescita o di formati pensati per soddisfare occasioni di consumo differenti, i consumatori odierni sono sempre alla ricerca di quel “qualcosa” in più che possa sposare le loro esigenze, senza però rinunciare al gusto e alla qualità delle materie prime.
Inoltre, il cambio generazionale sta avvicinando al mercato dei formaggi una clientela sempre più giovane, dinamica e alla ricerca di modi diversi per personalizzare le occasioni e le modalità di consumo dei formaggi. I nuovi consumatori sono consapevoli della versatilità e della capacità dei formaggi di adattarsi alla crescente gamma di ricette rintracciabili online, grazie alle piattaforme social. Quello che possiamo aspettarci è quindi un utilizzo quasi “avanzato” del formaggio.
A fronte di un interesse sempre più elevato nei confronti di ciò che mangiamo e su come ciò influisce sul nostro corpo, si stima che i giovani siano alla ricerca di formaggi con elevati benefici nutrizionali. Ciò li porterà a optare per prodotti a ridotto contenuto di grassi e zuccheri o per prodotti delattosati.
Infine, in uno scenario globale sempre più frammentato, dove l’individualità è diventata una condizione essenziale emerge parallelamente anche il bisogno di sentirsi parte di qualcosa. Ciò si riflette nel tentativo di riconnettersi con le proprie origini attraverso il cibo, tramite la riscoperta di alcune varietà molto apprezzate in passato. I sapori di una volta, quindi, incontreranno ingredienti nuovi e tecniche alimentari innovative.
A fronte di tutti questi aspetti, è importante che l’industria stia al passo dei nuovi trend di consumo, continuando ad adattare, espandere e innovare la propria offerta.
Abbiamo analizzato questo scenario in evoluzione e le proiezioni future per il comparto lattiero-caseario italiano con il nostro Export Manager, Vincenzo Ignazzi, a capo di una realtà che da oltre settant’anni trasforma il latte del territorio pugliese in formaggi di assoluta qualità.
“Il settore lattiero-caseario attuale non è mai statico: è una realtà in continuo divenire. – dichiara Ignazzi – In questo momento il mercato dei formaggi è forte sia nel valore che nei volumi. Ciò ricade favorevolmente sul prezzo del latte che, tuttavia, sta subendo un calo di produzione a livello europeo e, seppur con una variazione più contenuta, anche in Italia. Il 2024 si profila quindi come un anno di opportunità inesplorate, ma anche di grandi sfide.
Attualmente ci troviamo in un contesto di incertezze macroeconomiche, influenzato da un rialzo nel costo delle materie prime, da un’inflazione crescente che riduce il potere d’acquisto, da una situazione politica in subbuglio e da potenziali aggravi sul costo del trasporto delle merci. Le tensioni geopolitiche, l’aumento delle politiche commerciali protezionistiche e la congiuntura di sistema sui costi e sull’approvvigionamento che stiamo vivendo in Italia sono tutti fattori che non permettono di fare previsioni a lungo termine.
Il mercato globale del dairy ha affrontato e continuerà quindi ad affrontare numerosi eventi globali che contribuiranno a ridisegnare l’arena commerciale.
In questo contesto di profondo cambiamento, in cui si profilano le inevitabili rivoluzioni del futuro, tra cui il tema della sostenibilità, la gestione dei costi di produzione, la tutela degli accordi di libero scambio e le nuove esigenze dei consumatori, l’obiettivo principale per il comparto sarà quello di riequilibrare il mercato.
Sicuramente il settore lattiero-caseario continuerà a crescere, ma ora più che mai è necessario che ogni azienda si strutturi in maniera adeguata a consolidare le proprie esportazioni, per ottimizzare il proprio grado di flessibilità e fronteggiare così i possibili cambiamenti in ambito geo-politico e burocratico. Come riuscirci? Sicuramente dotandosi di nuove tecnologie per ottimizzare il processo produttivo e di nuove generazioni che ne garantiscano il futuro.
Dobbiamo continuare a lavorare con passione, a trasmetterla ai più giovani, a promuovere quelle prerogative di qualità e artigianalità che hanno reso celebri i formaggi italiani in tutto il mondo”.
Qualunque sia il destino del settore nel 2024 e in futuro, i valori in cui crediamo continueranno a ispirarci, per spingerci sempre oltre, modellando la nostra produzione secondo gli aspetti evolutivi del mercato.
Ma ciò a cui non rinunceremo mai è la qualità. Continueremo a valorizzare il nostro modello di filiera corta e la nostra mission di racchiudere l’eccellenza più genuina in ogni formaggio Ignalat.